Da bambina avevo un solo obiettivo semplice: lavorare e fare quello che gli altri non possono o non vogliono fare, perché le parole sono solo parole, ma i risultati sono i veri fatti.
Ma il mio corpo raccontava un’altra storia. Ho avuto alla nascita una paralisi cerebrale devastante causata da una CID (Coaugulazione Intravasale Disseminata) incompatibile con la vita. E questo, per molti, era sufficiente per definirmi. Tante cose non erano facili per me, anche negli ambienti che frequentavo. Mi guardavano, mi etichettavano, mi mettevano da parte. Non sempre con cattiveria, a volte solo per ignoranza. Ma anche l’indifferenza può ferire, forse più delle parole.
Sono stati anni duri che hanno temprato la mia anima, la mia voglia di andare avanti nonostante tutto, infatti ho imparato a mie spese che è indispensabile la costanza del lavoro se si vuole realizzare anche un minimo sogno, un piccolo obiettivo.
All’età di 3 mesi, dopo aver lottato per un mese in ospedale tra vita e morte e dopo un mese di terapie di mia madre in casa, è arrivata l’acqua. Tutto a poco a poco, mesi dopo mesi, anno dopo anno è cambiato. Quando ho messo il primo piede in piscina, non pensavo di diventare un’atleta. Volevo solo respirare, sentirmi leggera, mi piaceva semplicemente nuotare, pur con innumerevoli difficoltà fisiche. Ma l’acqua mi ha dato molto di più:
Nel nuoto non ero più solo la ragazza con una disabilità. Ero solo Xenia.
Xenia Palazzo
Giorno dopo giorno, bracciata dopo bracciata, ho imparato a costruirmi una nuova identità. Ho scoperto di avere possibilità che prima non pensavo di avere, ma soprattutto una forza interiore che nessuno mi aveva mai riconosciuto guidata dalla fede.
Il nuoto è diventato la mia casa.
Lì ho trovato la mia voce.
Sono entrata in Nazionale nel 2012. Ho partecipato a tante competizioni internazionali tra Europei, Mondiali e Paralimpiadi. Sono riuscita raggiungere risultati che non avrei mai pensato di realizzare, soprattutto di vincere la medaglia d’oro alle Paralimpiadi.
Ma non è stato tutto facile.
La vita è come un libro, dove noi con la nostra voglia di vivere, vincere le nostre difficoltà e anche con le nostre debolezze e fallimenti, con le nostre cadute e risalite, scriviamo un capitolo alla volta, ma senza arrenderci mai!
Tante volte la mia vita mi ha messo in ginocchio, mettendomi davanti ad enormi difficoltà, che spesso sembravano insuperabili, ma la speranza non mi abbandonava mai e, quando tutto sembrava crollare, era il momento della risalita!
Ho imparato a non arrendermi mai ed ho capito che la felicità più grande sta nel sapersi rialzare dopo una caduta, perché col tempo le cicatrici guariscono, facendoci diventare più forti.
Xenia Palazzo
A chi oggi si sente fuori posto, vorrei dire questo: non accettare che siano gli altri a scrivere la tua storia. Siamo tutti diversi, imperfetti, proprio lì, nella nostra unicità, c’è il nostro potere.
Non serve cambiare per essere accettati. Serve accettarsi per cambiare il mondo.
Xenia Palazzo
Oggi parlo anche per chi non ha ancora trovato il coraggio di mettersi in gioco. Per chi ha paura del giudizio, per chi si sente “meno”, per chi pensa che la disabilità sia una condanna.
Non lo è. È una parte di te. Ma non sei solo quella parte. Sei molto di più.
Il mio messaggio è semplice: la vita non è fatta per restare in silenzio.
È fatta per essere vissuta, urlata, amata, anche nelle sue salite. Anche quando fa male. Perché ogni passo in avanti, anche piccolo, è già una rivoluzione.
Ho imparato a credere in me. E adesso, non mi fermo più.
Xenia Palazzo