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no smartphone prima dei 13 anni

La Società Italiana di Pediatria (SIP) torna al centro del dibattito pubblico con raccomandazioni aggiornate sull’uso del digitale in età evolutiva. Il messaggio principale è semplice, diretto e non lascia spazio a interpretazioni: niente smartphone prima dei 13 anni.
Posticipare l’ingresso dei dispositivi nella vita dei bambini non è un dettaglio educativo, ma un investimento concreto sulla loro salute mentale, emotiva, cognitiva e relazionale. A confermarlo è il lavoro della Commissione Dipendenze Digitali SIP, che negli ultimi anni ha revisionato centinaia di studi e monitorato l’evoluzione dei comportamenti digitali dei minori.

Le evidenze sono chiare: i bambini dormono meno, si muovono meno, parlano meno. E sono più ansiosi e più soli. Una condizione silenziosa che spesso si normalizza, ma che emerge in modo netto quando si osservano i dati.

I dati che preoccupano i pediatri della SIP

Le nuove raccomandazioni SIP si fondano su analisi che coinvolgono sonno, linguaggio, attenzione, salute fisica e mentale.

Nei bambini sotto i due anni, bastano 30 minuti di schermo in più al giorno per raddoppiare il rischio di ritardo del linguaggio, come riportato nelle schede tecniche ufficiali SIP.
Tra i tre e i cinque anni, ogni ora aggiuntiva di schermi riduce il sonno di circa 15 minuti, un dato confermato anche nell’infografica dedicata ai rischi dei media digitali.

Sul versante fisico, lo studio evidenzia collegamenti importanti tra esposizione agli schermi, sedentarietà e rischio di sovrappeso. Nei bambini sotto i 13 anni, anche un’esposizione superiore a un’ora al giorno può essere un fattore di rischio per obesità. E ogni 50-100-150 minuti aggiuntivi di schermo aumentano il rischio di ipertensione pediatrica dal 17% al 92%.

Non meno allarmante il dato sul sonno: l’89% degli adolescenti dorme con lo smartphone acceso o in camera, cosa che incrementa le interruzioni notturne e riduce la qualità del riposo.

Lo schermo come distrazione per il bambino: una trappola

Un altro comportamento che i pediatri invitano a rivedere riguarda l’uso del device come strumento per calmare o distrarre il bambino. Gli studi mostrano che questa abitudine può compromettere la capacità di autoregolazione emotiva, aumentando nel tempo la dipendenza dalla stimolazione digitale.

Ricerche di neuroimaging evidenziano, nei bambini tra 3 e 5 anni con esposizione elevata agli schermi, uno spessore ridotto della corteccia cerebrale nelle aree dedicate a linguaggio, memoria e attenzione. È un segnale di uno sviluppo meno maturo di queste funzioni.

Crescita emotiva e salute mentale

L’esposizione precoce e prolungata agli schermi è associata anche a peggioramenti del benessere psicologico, soprattutto nella preadolescenza. L’uso intenso dei social si correla a maggiore ansia e sintomi depressivi, con un impatto più significativo nelle ragazze, più vulnerabili rispetto a immagine corporea e autostima.

Altre aree critiche evidenziate dalle analisi con dotte da SIP includono:

  • aumento dei casi di cyberbullismo, con rischio triplo di ideazione suicidaria tra le vittime;
  • esposizione precoce a pornografia online, che secondo i dati della Polizia Postale è in crescita soprattutto tra i 10 e i 13 anni;
  • maggiori probabilità di sviluppare dipendenze digitali, in particolare nei ragazzi che ricevono lo smartphone prima dei 13 anni.

Le “7 P” della SIP: una guida per famiglie e scuole

Durante gli Stati Generali della Pediatria 2025, la SIP ha sintetizzato le raccomandazioni in sette principi guida, le 7 P, presentate nel documento ufficiale:

  1. Posticipare l’accesso a internet, smartphone e social.
  2. Proteggere il cervello in crescita, privilegiando movimento, gioco e luce naturale.
  3. Preservare la presenza dell’adulto, che resta il modello.
  4. Porre regole chiare in casa.
  5. Promuovere esperienze reali: sport, musica, natura.
  6. Prevenire i rischi parlando apertamente di sessualità online, dipendenze e cyberbullismo.
  7. Partecipare all’educazione digitale insieme, come alleanza tra famiglia, scuola e pediatri.

La Società Italiana di Pediatria non demonizza la tecnologia. Chiede però un cambio di passo: introdurre i dispositivi in modo più lento, consapevole e accompagnato, con un forte coinvolgimento degli adulti.

Il ruolo dell’Osservatorio Nazionale sul Bullismo e sul Disagio Giovanile

Accanto al lavoro della SIP, anche il Comitato Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sul Bullismo e sul Disagio Giovanile lavora da anni per promuovere una cultura digitale basata su consapevolezza, responsabilità e tutela dei più giovani. L’Osservatorio raccoglie dati, analizza fenomeni emergenti, collabora con scuole e istituzioni e sviluppa percorsi formativi dedicati a famiglie, docenti e studenti.

Il contributo dell’Osservatorio è fondamentale per comprendere come i comportamenti digitali influenzino relazioni, clima scolastico e benessere psicologico. Non si limita a descrivere i problemi, ma costruisce strumenti concreti per prevenirli, come nel caso del progetto Patente Digitale 4.0.

Patente Digitale 4.0: diventare cittadini digitali consapevoli

Tra le iniziative più rilevanti c’è la Patente Digitale 4.0, un percorso formativo certificato dall’Osservatorio e pensato per accompagnare gli studenti verso un uso più consapevole, sicuro ed etico del digitale.
Il programma si sviluppa attraverso sette moduli online che combinano lezioni, casi reali, quiz e materiali multimediali. Gli argomenti affrontati includono:

  • identità digitale
  • reputazione online
  • cyberbullismo e comportamenti a rischio
  • sicurezza e privacy
  • responsabilità nelle comunicazioni
  • intelligenza artificiale
  • gestione delle emozioni nel digitale

Al termine del corso, i ragazzi ottengono una certificazione ufficiale, una vera e propria “patente digitale” che attesta competenze, autonomia e responsabilità nell’uso delle tecnologie. È un passo concreto per formare una nuova generazione capace di navigare la complessità del mondo online con lucidità e rispetto.

Le scuole interessate possono iscriversi direttamente tramite il portale ufficiale di Accademia dei Campioni alla pagina iscrizioni.

Il digitale non è un nemico, ma va introdotto al momento giusto

Il digitale fa parte del nostro presente e del nostro futuro. La posizione della Società Italiana di Pediatria non è quella di un ritorno al passato, ma un invito a proteggere l’infanzia, a non bruciare tappe fondamentali dello sviluppo, a ritrovare un equilibrio tra vita reale e vita online.

Ogni anno in più senza smartphone, dicono i pediatri, è un anno in cui un bambino può consolidare linguaggio, gioco, movimento, sonno, relazioni, capacità di attenzione e alfabetizzazione emotiva. È un regalo prezioso che non si può recuperare più avanti.

Il compito degli adulti, oggi più che mai, è guidare, accompagnare, osservare. E ricordare che crescere nell’era digitale richiede competenze nuove, che si imparano giorno dopo giorno attraverso esempi, dialogo e scelte condivise.