Mi chiamo Giusy Versace, e questa è la mia storia. Una storia di ostacoli, certo. Ma anche di amore per la vita, forza di volontà e voglia di non arrendersi mai.
Nel 2005 ho perso entrambe le gambe in un incidente stradale. Un evento che avrebbe potuto spegnere tutto. Invece, è stato l’inizio di qualcosa di completamente nuovo.
Mi sono avvicinata allo sport per curiosità e ho scoperto una parte di me che non conoscevo: la capacità di resistere, rialzarmi, correre più forte. Ho imparato che difficile non vuol dire impossibile. Vuol dire solo che è difficile.
Una vita riscritta, passo dopo passo
Avevo 28 anni quando ho visto la mia vita cambiare per sempre. Ma non mi sono mai sentita “meno” per quello che mi era accaduto. Anzi, ho iniziato a costruire una nuova me. Ho corso con le mie gambe in carbonio, ho vinto 11 titoli italiani, ho partecipato a Europei, Mondiali e alle Paralimpiadi di Rio 2016. Ho ballato a Ballando con le Stelle, ho scritto due libri, Con la testa e con il cuore si va ovunque e Wonder Giusy. Ho fondato una onlus e sono entrata in Parlamento. Non perché mi chiamo Versace. Ma perché ci ho creduto davvero.
Ogni giorno è un’opportunità per ricominciare.
Giusy Versace
Il corpo cambia, ma la dignità resta
“Avevo gambe bellissime, prima”, ho detto in un’intervista. E lo penso ancora. Ma oggi ho 15 gambe diverse: per i tacchi, per il mare, per correre. Mi vesto in modo diverso, ma riesco ancora a fare uno stacco di coscia come insegnava la Parietti. E se voglio sentirmi sexy, mi basta un push-up. La femminilità non vive nelle gambe, ma nel modo in cui scegli di portare la tua storia nel mondo.
Quando la curiosità diventa stigma
Ricordo quel giorno al mare: uscita dall’acqua, mi sono seduta e ho semplicemente tolto e appoggiato le protesi. Per me un gesto naturale, routine. Ma una madre ha coperto gli occhi della sua bambina, come per proteggersi da ciò che non capiva. In quell’istante mi sono sentita un mostro: un pugno nello stomaco, il dolore dell’essere giudicata. E mi sono chiesta: perché dovrei vergognarmi?
I bambini osservano con innocenza, con la stessa serenità con cui guardano un passerotto. Se impariamo a spiegare la disabilità come qualcosa di normale, loro la accoglieranno così. Serve solo che noi adulti cambiamo le lenti con cui guardiamo gli altri. Questo è il primo passo verso una società più inclusiva.
Non lasciare che gli altri decidano il tuo valore.
Giusy Versace
Lo sport come via di libertà
Lo sport, per me, è un antidepressivo naturale. Una boccata d’ossigeno che mi ha insegnato ad accettare i miei limiti senza subirli. Attraverso lo sport ho trovato disciplina, rispetto, sacrificio. Valori veri. Ed è anche grazie allo sport se oggi, quando mi indicano, non dicono più “quella che ha perso le gambe”, ma “quella che ha corso, che ha danzato, che ha lottato”.
Accademia dei Campioni e ONBD: il mio impegno per i giovani
Proprio per questo, oggi ho scelto di mettere la mia storia al servizio degli altri. Sostengo con convinzione il progetto Accademia dei Campioni, una straordinaria iniziativa educativa che utilizza lo sport per trasmettere valori di rispetto, forza interiore e coraggio alle nuove generazioni. Faccio parte del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sul Bullismo e sul Disagio Giovanile, perché credo sia fondamentale offrire ai ragazzi strumenti per affrontare le difficoltà, conoscersi, riconoscere i propri talenti.
La vita è piena di ostacoli e momenti difficili, ma ho imparato sulla mia pelle che arrendersi non è un’opzione. È con la forza di volontà, la pazienza e l’allenamento quotidiano che possiamo trasformare le sfide in opportunità.
Determinazione e pazienza
Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni è che niente arriva per caso. Serve allenamento. Serve tenacia. Serve la voglia di guardarsi dentro e migliorare, sempre. Dopo ogni gara, rivedevo i video, studiavo i dettagli, capivo dove potevo fare meglio. Questo approccio vale per tutto: scuola, lavoro, vita. Come dico spesso ai ragazzi: nessuno ti regala niente, ma ogni passo fatto con impegno ti avvicina alla tua vetta.
La forza non è assenza di paura, ma capacità di affrontarla.
Giusy Versace
Difficile non vuol dire impossibile
Oggi posso dire che, se non avessi perso le gambe, forse non avrei fatto tutto questo. Non avrei scoperto la parte più forte di me. Non avrei trovato il coraggio di fare il Volo dell’Aquila, di entrare in Parlamento, di lottare per i diritti degli altri.
Sono caduta tante volte. Ma mi sono rialzata sempre. E non per miracolo. Ma perché ho scelto di crederci.
Difficile non vuol dire impossibile.
Significa solo che serve più forza. E io, quella forza, l’ho trovata dentro di me.
E se l’ho trovata io, puoi trovarla anche TU!