In Danimarca, l’empatia è materia scolastica obbligatoria dal 1993 per tutti gli studenti dai 6 ai 16 anni. Non è un’attività extra, né un laboratorio opzionale, ma una vera e propria lezione settimanale, alla pari di matematica o scienze. Il principio è semplice ma rivoluzionario: la gentilezza si può insegnare. E i risultati, a distanza di trent’anni, parlano chiaro.
Il sistema scolastico danese ha scelto di investire sulla formazione emotiva, convinto che le competenze relazionali siano fondamentali tanto quanto quelle cognitive. Il programma non si limita alla teoria: attraverso esercizi pratici, discussioni guidate e condivisione tra pari, i ragazzi imparano a mettersi nei panni dell’altro, a riconoscere le emozioni e ad affrontare i conflitti in modo costruttivo.
Bullismo e solitudine: i dati parlano chiaro
I benefici di questo approccio sono stati confermati anche dallo studio “Bullying at School, Cyberbullying, and Loneliness” pubblicato nel 2024 su International Journal of Environmental Research and Public Health. Lo studio, basato sui dati della survey HBSC 2022, ha coinvolto un campione rappresentativo di 5382 studenti danesi tra gli 11 e i 15 anni. I risultati sono significativi:
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- Il 9% degli studenti dichiara di sentirsi spesso o molto spesso solo.
- Il 6,3% è vittima abituale di bullismo a scuola (almeno 2–3 volte al mese).
- Il 4,8% è vittima abituale di cyberbullismo.
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- Chi subisce bullismo in entrambe le forme ha 11 volte più probabilità di provare solitudine rispetto a chi non è vittima.
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- L’associazione tra bullismo e solitudine è netta e graduale: più frequente è l’esposizione al bullismo, maggiore è il rischio di isolamento emotivo. Lo studio evidenzia anche che i ragazzi con background migratorio e quelli appartenenti a fasce socio-economiche più fragili sono più vulnerabili, confermando l’urgenza di programmi preventivi inclusivi e continuativi.
Educare all’empatia dentro e fuori la scuola
Non serve essere in Danimarca per iniziare un percorso educativo sull’empatia. Anche in Italia, scuola e famiglia possono lavorare insieme per coltivare questa competenza:
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- Ascolto attivo: chiedere “come ti senti?” e restare in silenzio ad ascoltare.
- Condivisione: raccontare ai figli come ci si è sentiti in certe situazioni, favorisce l’identificazione.
- Letture ed esperienze: libri, film o storie che parlano di diversità, emozioni, amicizia.
- Giochi in collaborazione: attività in cui la collaborazione vale più della competizione.
- Volontariato o attività sociali: mettersi al servizio degli altri sviluppa sensibilità e rispetto.
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Quando i giovani crescono in un ambiente dove empatia e rispetto sono la norma, non solo si riducono i comportamenti aggressivi, ma si creano anche basi più solide per la loro felicità futura, sia a scuola che nella vita.
ONBD: prevenzione, formazione, alleanza scuola e famiglia
L’Osservatorio Nazionale sul Bullismo e sul Disagio Giovanile è impegnato ogni giorno per costruire una cultura dell’empatia e del rispetto. Insieme al suo Comitato Scientifico – formato da psicologi, educatori, avvocati e forze dell’ordine – promuove programmi di prevenzione, percorsi formativi e strumenti per aiutare insegnanti, famiglie e studenti ad affrontare il bullismo e il disagio.
Crediamo che il benessere dei giovani passi anche attraverso il linguaggio, l’ascolto e la costruzione di relazioni autentiche. Per questo, ONBD sostiene un’educazione che mette al centro le emozioni, dentro e fuori dalle aule scolastiche.